sabato 31 dicembre 2011

Dal Passo dei Ghiffi al Passo dell'Incisa












Dal Passo dei Ghiffi al Passo dell'Incisa, una delle zone più frequentate dell'Alta Via dei Monti Liguri. Qualche foto in sequenza del percorso dell'andata e del ritorno. Nelle ultime due si vede il Lago di Giacopiane da due prospettive diverse, a circa un'ora di cammino l'una dall'altra. Il percorso è ben segnalato con numerosissimi segnali, la possibilità più concreta di sbagliarsi è all'incrocio con il sentiero che va verso Santa Maria del Taro, in quanto i cartelli (non ben fissati al palo) risultano invertiti (dal vento o da qualche buontempone?), comunque ora sono di nuovo al posto giusto e in ogni caso proveniendo dal passo dei Ghiffi per andare verso l'Incisa e il Penna si deve proseguire verso sinistra.

lunedì 5 dicembre 2011

Cosa non ha capito Monti, una tassa in più, un cantiere in meno.


Coincidenza significativa, nel giorno in cui si annunciano nuove tasse sulle barche, fallisce l’ennesimo cantiere navale.

La nautica italiana, letteralmente massacrata dalla crisi, ha visto la chiusura in questi anni di moltissimi cantieri, alcuni dei quali marchi storici, con il relativo corollario di posti di lavoro persi, fornitori non pagati, ripercussioni sull’indotto. Per fortuna del fisco le case non si muovono, invece per sua sfortuna le barche sì. Pensare di tassare un bene che può essere agevolmente spostato in qualunque porto del Mediterraneo, dove viene accolto a braccia aperte e immatricolato senza alcun problema, è un’idea infantile.

La crisi della nautica in qualche modo è esemplare per descrivere la crisi finanziaria attuale: leasing per tutti, si compra a rate, ci si indebita per comprare la barca ed allora nascono nuovi cantieri come funghi, un caso classico di cattivi investimenti indotti da una politica creditizia espansiva. Poi i primi problemi ed una produzione troppo grande per essere assorbita, i clienti hanno problemi, le banche che hanno concesso i leasing si trovano piene di barche che non riescono a rivendere (un po’ come quelle americane sono piene di case).

Da questa tassa sul lusso non si ricaverà granché, anzi è probabile che lo Stato perderà introiti. Ma sicuramente Monti questo lo sa bene, però doveva concedere qualcosa a quei partiti che avevano abolito lo “scalone” e ora si trovano a dover approvare una manovra sulle pensioni che fa impallidire tutte quelle precedenti.

Quello che il Governo Monti non ha capito è che la situazione economica italiana è così deteriorata che la sua cura rischia di ucciderla. Durante la conferenza stampa ha detto che ha più importanza la qualità che la quantità della tassazione. E qui sbaglia. Sono d’accordo con lui che le tasse sulle imprese e il lavoro sono quelle più recessive e difatti ha cercato di limare l’impatto negativo dell’IRAP, su questo non si può che approvarlo. Ma la quantità è molto più importante della qualità. Se lo Stato si prende metà del mio reddito, che lo faccia direttamente in busta paga, che lo faccia con l’IVA sulla pizza che mangio o sulla casa che abito, sempre metà si sempre. E se questa metà è insostenibile, il Paese si impoverisce. Non si può tacere nemmeno la colossale iniquità del blocco della rivalutazione delle pensioni, illustrando la manovra, persino il ministro Fornero si è messa a piangere arrivando a questo punto . Non dico che non si potesse fare, anzi l’intervento sulle pensioni era inevitabile, siamo in emergenza, tutti dobbiamo dare, d’accordo. Ma allora si deve tener conto di chi ha già dato e chi no. Uno lavora 35 anni in fabbrica e gli blocchi la pensione? Allora in proporzione devi prendere di più a chi ha lavorato la metà di quel tempo. Inoltre non è la stessa cosa essere bloccati a 1100 euro al mese o a 5000 euro al mese.

Sono anni che, controvoglia, vado gufando su questo blog. I fatti, purtroppo mi hanno dato ragione, la crisi è peggiorata di mese in mese. Sono un ottimista di natura e sono veramente stufo di prevedere il peggio. Spero solo che i mancati tagli alla spesa pubblica siano dovuti al poco tempo a disposizione avuto dal Governo. Altrimenti le lacrime versate e l’ennesimo sangue che verrà succhiato al contribuente non salveranno lo Stato-vampiro dal fallimento.